Scheda Religione sulla libertà

Libertà – Regole – Bene – Progetto
1. Attività per capire la necessità delle regole
Tre momenti da 7 miniti ciascuno:
a) Dare un mazzo di carte da sette e mezzo a ciascun gruppetto e lasciarli liberi di giocare,
senza dare nessuna indicazione.
b) Dire poi che devono giocare a sette e mezzo senza dare le regole.
c) Dopo un po’ dare il foglio con il regolamento e lasciarli giocare
Domande:
· Che sensazione avete provato con le carte in mano e niente più?
· E’ stato facile decidere il gioco? Come avete fatto?
· Prima di scegliere il gioco che valutazioni si son dovute fare?
· Con quel mazzetto si potevano fare tutti i giochi? Si potevano adattare?
· Era bello quando non c’erano regole condivise?
· Si litigava facilmente?
· Non c’era la necessità che una terza persona desse le regole, facesse da giudice?
· Come si comportava che sapeva già le regole nei confronti di chi non le sapeva (stessa
dinamica extracomunitari)?
· Nelle prime mani chi non sapeva le regole era smarrito? (come lo straniero che arriva in Italia)
· Chi non sapeva giocare, ha subito capito le regole? (sempre le straniero che si trova di fronte
a cose nuove)
· Le regole hanno facilitato il gioco?
· E’ meglio giocare con le regole o senza?
· I rapporti fra i giocatori non erano più sereni?
· Tutti hanno dato la stessa interpretazione delle regole?
· C’erano ancora i saputelli che pensavano di sapere tutto loro?
· Perché abbiamo fatto questo gioco?
a) Per capire l’importanza delle regole;
b) Le carte sono come la mia vita, devo conoscere le caratteristiche del mio mazzo e darmi
delle regole per poter giocare bene la partita della vita
2. Le regole
Abbiamo posto l’attenzione sulle regole e abbiamo capito che sono necessarie per vivere e andare
d’accordo con tutti (senza regole condivise non posso giocare a carte, a calcio [basta vedere tutti i
processi agli arbitri] o pallavolo, andare in auto, frequentare la scuola, lavorare,…).
Domande stimolo orali:
Quali sono le regole che vorresti eliminare?
Quali regole rispetto e quali no? Perché?
E’ simpatico essere ripresi quando non le rispetto? Ma se nessuno mi riprendesse…?
Quando si tratta di rispettare le regole sono più esigente con gli altri o con me stesso?
Come reagisco quando qualcuno le infrange? Lo scuso se non le conosceva o ha appena
imparato a conoscerle?
Chi deve decidere le regole?
3. Rispondere liberamente sul quaderno alla domanda: Cosa è la libertà?
Dopo 5 minuti condividere la risposta e cercare di arrivare ad una definizione di classe
Raccontare la storiella “Le scelte di Maria”:
Maria frequenta la Terza Media ed è un ottima ballerina.
Scelta 1
La sua insegnante le propone di partecipare ad una gara internazionale, ma per fare questo deve allenarsi tutti i
pomeriggi rimandando a sera lo studio e i compiti.
Accetta o non accetta?
Scelta 2
Maria accetta e per i primi giorni riesce a coniugare danza e scuola! Ma iniziano il Grande Fratello, X-Factor, i
Cesaroni,…
Cosa fa Maria: resiste alla Tv e fa i compiuti o cede e va a scuola senza compiti?
Scelta 3
Maria sceglie la Tv e il suo risultato scolastico inizia a vacillare. Il ballo va invece per il meglio! Svogliata a scuola,
preferisce chiacchierare con i compagni invece che seguire la lezione e così si accorge che il suo compagno di
banco Flavio è proprio simpatico e si innamora. Un giorno Flavio propone a Maria di andare in biblioteca insieme
per la ricerca, ma maria ha danza. Casa fa Maria: finge d’essere ammalata e salta danza o dice no a Flavio?
Scelta 4
Maria resiste e sceglie la Danza. Flavio si offende e si fidanza con un’altra compagna deludendo Maria.
Aggiungere a piacere altre possibili scelte….
Alla fine dell’anno Maria ha ottenuto un buon piazzamento nella gara di danza, è stata bocciata a scuola ed è
ancora senza un fidanzato!
Riproporre oralmente la domanda: Cosa è la libertà?
Breve discussione per vedere se la definizione precedente cambia.
Proporre poi questa definizione: Libertà non è “fare ciò che si vuole” ma “volere ciò che si fa”.
Apparentemente sembra un giro di parole… guidare i ragazzi a capire che non è così!
Libertà è poter volere, è decidere, ma soprattutto rendersi conto che stai decidendo, e quelle
scelte modellano in continuazione la tua vita.
Libertà non è semplicemente poter scegliere quali scarpe comprare o come pettinarsi, ma dare
senso alla vita tramite le scelte. In ogni piccola scelta che compio do forma alla mia vita, la modello e la
costruisco: le do un senso.
Libertà fa rima con responsabilità: dalle scelte che compio ne va della mia vita e di quella degli
altri. La libertà dell’uomo è una libertà responsabile: ad ogni scelta segue una conseguenza di cui l’uomo è
responsabile (c’è un sasso in mezzo alla strada che può far cadere un motociclista: cosa faccio? Non studio quindi
vengo bocciato: inutile che me la prenda con la scuola rompendo i vetri: la responsabilità dell’insuccesso è mia, non
della scuola o della società). Libertà è decidere, ma soprattutto rendersi conto che stai decidendo!
La libertà è esclusiva dell’uomo, è ciò che gli permette di dare forma, significato alla sua vita. Gli
animali hanno istinti non libertà. (gli animali non fanno la dieta, il digiuno del ramadan, non si aspettano per
mangiare, non pensano a cosa faranno da grandi,…) Le scelte gli sono suggerite dall’istinto, gli vengono
automatiche, hanno già il software caricato nel cervello e devono solo eseguire gli ordini.
Libertà non è nemmeno vivere isolati e senza relazioni: “la felicità è nulla se non condivisa”. (le foto
non le fai solo x ricordo ma per condividere la vacanza con gli altri; perché tanti sms?, Facebook). La vita piena si
dà solo nelle relazioni (quelli tristi sul pullman che si isolano con l’mp3).
4. Ma si è più liberi con o senza regole?
Le regole sono d’aiuto alla libertà, perché l’uomo possa essere sempre più uomo, perché possa
vivere bene con se stesso e con gli altri.
Senza regole l’uomo rischia di fermarsi al piacere immediato (edonista), ad una felicità effimera e
vuota; le regole aiutano l’uomo a trovare il vero bene e la vera felicità nella sua vita.
L’acqua che sgorga dalla montagna deve costruirsi un percorso per arrivare al mare, altrimenti
allaga tutta la valle e fa solo dei danni… Così l’uomo, è libero ma questa libertà deve gestirla, deve
incanalarla altrimenti sta fermo a valle e combina dei danni…
Come il fiume ha bisogno degli argini per essere se stesso così l’uomo delle regole se vuole
essere tale.
La libertà va normata, ha bisogno di ordine: al contrario porta alla schiavitù e alla solitudine. Tutto
ha le sue regole: amicizia, amore, strada, scuola, alimentazione… . Il vivere sregolato, d’istinti e piaceri porta allo stato
animale e all’esclusione dalla società
Il vivere d’istinti, senza regole, porta allo stato animale e alla separazione dal resto degli uomini. La
persona veramente libera è chi riconosce nelle regole il vero bene per sé e per gli altri.
Lo scegliere di stare alle regole implica comunque una scelta della libertà, quindi la libertà stessa
non è tagliata fuori, ma parte attiva!
5. Lavoro di gruppo: tramite un simbolo, una canzone, una poesia, una frase, un’immagine, una
pagina di diario, una scenetta,… spiega ai tuoi compagni cosa hai capito fino ad ora di libertà.
6. La coscienza
Domande stimolo:
· Come hai imparato a camminare?
· Come hai imparato ad andare in bicicletta?
· Quando hai iniziato a preparare la cartella da solo?
· Quando hai iniziato a fare i compiti da solo?
Evidenziare le tre fasi:
· i genitori (o gli adulti) m’hanno insegnato;
· una volta “capace” per un periodo m’hanno accompagnato per verificare che fossi
capace;
· si sono fidati di me e m’hanno lasciato andare da solo.
Porre questa domanda: cosa è la coscienza?
E’ quel sentire interiore che ti fa comprendere cosa è bene e cosa è male
E’ quella “vocina” interna che aiuta l’uomo a gestire la sua libertà. La coscienza, presente nell’intimo della persona,
aiuta l’uomo a compiere il bene e ad evitare il male e giudica le scelte concrete approvando quelle buone e
denunciando quelle cattive.
La coscienza agisce prima, durante e dopo l’azione.
La coscienza deve essere formata, educata, guidata alla scoperta della verità: è un cammino lungo e
difficile. A questo concorrono i genitori e familiari più grandi, la scuola, gli educatori, la Chiesa…
In base al contesto in cui vivi la coscienza si forma: un conto è nascere da una famiglia di ladri, un
conto da onesti cittadini…
Domanda: perché i genitori ora rompono più che prima?
Perché ci da fastidio che ci dicano cosa fare?
Fino a poco fa la nostra coscienza erano i genitori o comunque gli adulti. Non avevamo ancora
una coscienza in grado di capire cosa era bene per noi e ci fidavamo di loro, magari con qualche
capriccio, ma nessuno dubitava che le scelte della mamma fossero giuste, dal mangiare il
minestrone all’orario per andare a dormire.
Ora non è più così: ci accorgiamo di avere una coscienza formata, di saper decidere cosa è bene e cosa è male per
noi e vogliamo farlo da soli; la vecchia coscienza “esterna” costituita da genitori ed adulti ci pesa, ci fa sentire piccoli
mentre noi ci sentiamo grandi… e così rifiutiamo i consigli degli adulti e spesso ci mettiamo contro di loro.
Questo periodo di contrasto, di maturazione che va dai 14 ai 18 anni si chiama adolescenza.
L’indipendenza dai genitori non potrà mai essere totale e improvvisa, ma progressiva. Poco alla volta
i genitori ti lasceranno prendere le tue scelte, fare le tue decisioni e imparare dai tuoi sbagli, impedendoti di fare
errori gravi che ti possono costare caro (es: voglio lasciare la scuola). Come quando da bambino ti insegnavano a
camminare e ti raccoglievano quando cadevi e ti impedivano di ruzzolare dalle scale, ora ti accompagnano nel
cammino della vita adulta, ti insegnano a cavartela da solo ma ti danno anche la sicurezza che sono sempre lì per te.
Le tre fasi viste prima per imparare a camminare e gli altri esempi si ripetono anche per la coscienza: i genitori ti
formano la coscienza; per un certo periodo ti accompagnano e rompono, poi ti lasceranno prendere la tue scelte.
Non si passa dall’essere bambino all’essere adulto per miracolo, da un giorno all’altro, ci vogliono anni: in questo
periodo è necessario un accompagnamento. Anche gli adulti spesso chiedono consiglio sulle loro scelte: non
pretendiamo di risolvere tutto da noi.
I genitori ci hanno donato la loro vita: se io mi allontano da loro porto via parte della loro vita.
Mettere al mondo un figlio vuol dire rendersi vulnerabili: la felicità o la tristezza dei genitori dipende molto
dai figli.
Allora durante l’adolescenza ritagliamoci pure la nostra autonomia dai genitori, impariamo a usare la nostra
coscienza e la nostra libertà, ma senza voltare loro le spalle escludendoli totalmente dalla nostra vita.
I genitori poi sono una buona ancora di salvezza, ad ogni età…
7. Se libertà è modellare la propria vita, quale fra queste alternative la modella meglio, la rende più
bella? Perché? Spiegalo con un esempio.
Bene – Male
Utilità immediata – Ciò che è giusto e vero
Tornaconto personale – Bene comune
Da quando l’uomo diventa cosciente e responsabile delle proprie azioni ha la possibilità di
scegliere fra il bene e il male, può decidere se impostare la propria vita secondo un’utilità
immediata (edonista) o secondo ciò che ritiene giusto e vero, secondo un tornaconto e un’utilità
personale o secondo il bene comune.
8. La libertà per i cristiani
Giovanni 8,31-32: Se rimanete nella mia Parola conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi.
Cosa ti dà la libertà? Come si conosce la Verità?
Quando un cristiano è veramente libero?
Secondo il cristianesimo l’uomo è veramente e pienamente libero solo nel momento in cui
sceglie il bene e realizza fino in fondo la volontà di Dio, secondo il modello di uomo pienamente
riuscito proposto da Gesù nei Vangeli.
L’uomo è libero quando sceglie di compiere il bene così come proposto dalla Parola di Dio.
Giovanni 8,34: In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.
Il peccato è una scelta della libertà?
Perché ti rende schiavo?
Il peccato è un modo scorretto da parte dell’uomo di usare la sua libertà. L’uomo fa sempre
scelte libere ma queste scelte finiscono per legarlo, per renderlo schiavo del male e del proprio
egoismo, invidia, gelosia e per separarlo dal resto degli uomini. Ogni peccato, oltre che essere
personale, è anche sociale: il male compiuto si ripercuote in qualche modo anche sul resto della
società.
E’ libero il boss mafioso che vive in cantina?
E’ libera la ragazza che non va alla festa per non incontrare l’amica con cui ha litigato?
Il peccato, il male, sono scelte della libertà ma che non portano ad avere una vita libera di
modellarsi come si crede! Il peccato limita le scelte, le possibilità, gli incontri,…
Atti 20,35: C’è più gioia nel dare che nel ricevere
Giacomo 1,25: Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà e le resta
fedele mettendola in pratica questi troverà la sua felicità nel praticarla
Dove sta la vera gioia?
Come fa il cristiano a modellare la propria vita in modo da renderla il più felice possibile?
La libertà insegnata da Cristo è libertà di fare il bene (solo nel donarsi agli altri, nel cercare il bene di tutti
l’uomo trova la felicità piena, quella che dura, non semplicemente quella della bella partita con gli amici).
Solo se entra nell’ottica del servizio all’altro l’uomo è libero.
L’altro non è un peso alla mia libertà, ma vela!
I genitori si “donano” ai figli, fanno delle rinunce per loro… ma non mi sembrano tristi!!!
9. Il progetto
Leggiamo questo brano: Luca 14,28-32
Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i
mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire
il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a
costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra
contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi
gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda
un’ambasceria per la pace.
Che insegnamento ne possiamo trarre?
Le cose vanno pensate prima, vanno progettate
Ripensiamo all’attività iniziale delle carte, oltre all’importanza delle regole, abbiamo capito che le
carte sono come la mia vita, devo conoscere le caratteristiche del mio mazzo e darmi delle regole
per poter giocare bene la partita della vita.
L’uomo è libero per essere responsabile, padrone della propria vita, e in quanto libero e
responsabile è capace di superare il livello della pura istintività (sto facendo allenamento, sono stanco di
correre mi fermo; vedo una ragazza che mi piace e tradisco la moglie) per cogliere i suoi compiti nella vita e
progettarla.
Il muratore non costruisce la casa secondo la voglia che ha la mattina, ma ha un progetto da
seguire. Così l’uomo, se vuole costruire una bella vita deve progettarla, deve pensarla. Prima di
progettare una casa devo conoscere diversi aspetti: quante persone deve ospitare, quanti soldi ho, il piano
regolatore, le caratteristiche del terreno… così prima di progettare la mia vita devo fare i conti con le mie
capacità, attitudini e gusti (se non so coordinare il movimento per colpire il pallone inutile progettare di fare il
calciatore, se ho paura dell’acqua non progetto di fare il nuotatore, se odio i bambini non farò la maestra,…).
La scuola è un grande laboratorio in cui capisco attitudini e gusti.
Dal pomeriggio con gli amici, ai compiti, dalle vacanze estive al mio futuro… perché escano bene
devono essere pensati prima… cioè progettati.
10. La parabola dei talenti (Mt 25,14-30)
14 Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro
i suoi beni. 15 A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua
capacità, e partì. 16 Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò
altri cinque. 17 Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18 Colui invece
che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo
padrone. 19 Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. 20
Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai
consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. 21 Bene, servo buono e fedele, gli
disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del
tuo padrone. 22 Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai
consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. 23 Bene, servo buono e fedele, gli rispose il
padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
24 Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro,
che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25 per paura andai a nascondere il
tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. 26 Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che
mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27 avresti dovuto affidare il mio
denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. 28 Toglietegli dunque il
talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29 Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza;
ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 30 E il servo fannullone gettatelo fuori nelle
tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
Non importa quante e quali capacità uno ha, ma solo se sceglie liberamente di investirle, di
metterle a disposizione degli altri avrà la gioia vera.
Se uno vive risparmiandosi, non mettendosi in gioco, non condividendo con gli altri le sue
capacità (paura che le rubino?) allora avrà una vita triste, sottotono. Come avere una Ferrari e
non mettere mai la seconda…
11. Curiosità: Quante intelligenze esistono?
Linguistica: chi è bravo in italiano
Logica: chi è bravo in matematica
Spaziale: chi è bravo in arte, è capace di orientarsi e di ricordare le cose viste
Corporea: tipica degli atleti, di chi sa coordinare bene il corpo
Musicale: chi ha orecchio
Naturalistica: di che ama la natura ed è attento ai segni delle stagioni, ai cicli lunari…
Interpersonale: di chi sa stare bene con gli altri, sa capirli e aiutarli
Emotiva: provare emozioni e saperle riconoscere
Esistenziale: chi si interroga sui temi dell’esistenza
Il nostro cervello può essere visto come una torta diviso in 9 fette di dimensioni diverse: ad ogni
fetta corrisponde un tipo di intelligenza.
Per progettare bene il mio futuro è importante capire come è diviso il mio cervello-torta per
sfruttare al meglio e mettere a disposizione di tutti le fette grandi e migliorare e farmi aiutare nelle
fette piccole.